Tecniche di Nostradamus

sabato 25 aprile 2015

Il falso preavviso di miracolo

Il famoso miracolo del sole, avvenuto il 13 ottobre 1917, è consistito in spettacolari movimenti del nostro astro che, ruotando su se stesso e zigzagando, si è avvicinato alla terra fin quasi a cadere sulla testa della gente, per poi tornare al suo posto.
Al fine di rendere ancor più straordinaria questa fantasiosa manifestazione, tutti i fatimologi si sono sempre dati un gran da fare per raccontare che essa era stata preannunciata con largo anticipo. Secondo loro, proprio quell’attesa avrebbe determinato l’afflusso di 70000 persone, da ogni parte del Paese, per il giorno 13 ottobre.
Le cose non sono andate esattamente così, anche se sono in molti a crederlo. In effetti, a partire da maggio 1917, in tutto il Portogallo si era diffusa la voce della apparizioni di Fatima. Tutti i giornali ne parlavano, spesso con atteggiamento scettico. Perciò, se ci fosse veramente stato un “appuntamento” per il miracolo, la notizia sarebbe stata dirompente e nessun articolista si sarebbe lasciato sfuggire una tale occasione per convalidare, al momento opportuno, la verità della più straordinaria storia miracolistica di sempre o l’enormità dell’imbroglio.
In realtà, checché se ne dica, non esiste alcuna traccia scritta di questo preavviso, prima del 13 ottobre; non risulta che alcun giornale ne abbia parlato e questo è davvero molto strano per una notizia così importante. Negli archivi di Fatima non esiste alcuna copia di giornale che riporti la promessa di miracolo. E non si trova perché non c’è stata nessuna promessa del genere. Si trovano articoli, invece, che citano la promessa della rivelazione di un segreto, coerentemente con ciò che Lucia aveva effettivamente dichiarato: ad ottobre la Madonna le avrebbe fatto sapere chi era e cosa voleva. Come noto, la Vergine ha fatto poi sapere di essere la Madonna del Rosario, del Carmine e dei Dolori ed ha chiesto una cappella. Tutta qui, la grande rivelazione che la fantasia malata di Lucia ha saputo partorire.
I giornali, dunque, avevano correttamente diffuso la notizia che ad ottobre la Madonna avrebbe rivelato “un segreto”, ma non che “avrebbe fatto un miracolo”; l’affermazione, nei tempi successivi, è stata distorta a beneficio del popolo credulone con la leggenda del “preavviso di miracolo”.
Ecco il ritaglio di un articolo del giornale “O Mundo” del giorno 19 agosto 1917 che riporta il preavviso del deludente segreto: del segreto, non del miracolo. Se ciascuno di voi fosse stato il giornalista, avrebbe omesso la promessa del miracolo se questa fosse stata nota?


  
La traduzione della parte sottolineata è: E insiste sull’esistenza di un segreto che potrà essere rivelato il 13 ottobre.

Questo episodio conferma anche un’altra cosa, ammesso che ce ne sia ancora bisogno: Lucia è una matricolata bugiarda. Infatti, mentre nel 1917, e fino all’ultima apparizione, ha raccontato che il segreto le sarebbe stato rivelato il 13 ottobre, nelle memorie del 1941 ha scritto che il segreto le era stato rivelato il 13 luglio. 

giovedì 23 aprile 2015

Il linguaggio di Nostradamus

La struttura di questo blog è davvero brutta! Gli articoli finiscono sommersi da un mare di link anonimi, che non agevolano la lettura. Complice anche il cambiamento di tema degli ultimi mesi, si è perso il senso globale della mia visione di Nostradamus. Finisce così che qualche commento infiltratosi tra i vecchi articoli o pervenutomi via email o via facebook proponga soluzioni interpretative a carattere fortemente soggettivo.
La mia proposta, invece, contempla due punti irrinunciabili dei quali, avendo prove definitive, ho dato diverse dimostrazioni:

1) Le “profezie” di Nostradamus non sono predizioni, ma indicazioni, istruzioni, resoconti. Che senso avrebbero delle “predizioni” aperte alla libera interpretazione, nelle quali ciascuno può vedere tutto ciò che vuole? 
2) Nostradamus ha predisposto un codice che permette di mettere in ordine le sue quartine e di leggerle in maniera obiettivamente indiscutibile.

Qualche esempio:

Le quartine 1 e 2, che secondo alcuni spiegherebbero il metodo seguito da Nostradamus per avere le sue visioni, stanno invece ad indicare l’esistenza di un computer, chiamato “equatorium”, che Nostradamus ha utilizzato per la sua attività di cifratura. Si pensi quel che si vuole, ma questo “computer” esiste davvero ed è stato da me rintracciato nel Museo della Storia delle Scienze di Oxford. Ne ho riscostruito la storia nel libro “L’ultima chiave di Nostradamus”, con tutte le prove documentali idonee a certificarne origine ed autenticità.  Di seguito, la foto di una riproduzione in legno in mio possesso di tale equatorium.

 La quartina 3, correttamente decodificata, fornisce due indicazioni: “Templari” e “1314”, anno di morte del Gran Maestro Jacques de Molay. La spiegazione è fornita nel libro “Nostradamus: la Cabala, i Templari, il Graal”.


La quartina 4 contiene la “sentenza” di condanna a morte di Enrico di Valois, camuffata da profezia. Anche questa spiegazione è contenuta nel libro “L’ultima chiave di Nostradamus”. 

Potrei continuare all’infinito, con adeguate dimostrazioni che nulla hanno in comune con le interpretazioni soggettive alle quali si è fatto tradizionalmente ricorso e alle quali, dopo 500 anni di fallimenti, ancora non si rinuncia.

Nostradamus usa un linguaggio particolare, basato sia su calcoli cabalistici neanche troppo sofisticati che sulla sostituzione di alcune parole con altre parole “civetta”. Poiché queste tecniche costituiscono un vero e proprio “modello” che si ripete costantemente per tutte le centurie, non esiste alcuna possibilità di errore. 

Nostradamus adotta anche un’altra tecnica, talmente semplice da far apparire sorprendente che nessuno la prenda in considerazione. Egli non fornisce “mai” profezie (continuo a chiamarle così solo per comodità) isolate, ma le integra tra di loro, oltre che con brani di altri suoi scritti diversi dalle centurie. In passato ho fornito alcune indicazioni al riguardo; ne fornirò altre nei prossimi post, mostrando anche, a beneficio di quel lettore che mi interpella in merito al tesoro di Nostradamus, cosa deve "correttamente" leggere.
A questo lettore, che ringrazio per i suoi apprezzamenti, vorrei far notare che io non sono affatto critico nei confronti di Nostradamus. Anzi, egli è un personaggio che riscuote la mia ammirazione e che, per il tempo e gli studi che gli ho dedicato, considero quasi familiare. Se sono critico, lo sono solo nei confronti di chi lo svilisce con delle letture assurde che, inevitabilmente, finiscono col farlo apparire come un ciarlatano.
Devo precisare che non intendo abbandonare il filone di suor Lucia, ma la verità è che mi è venuto a noia continuare a sprecare tempo su una spudorata montatura che, ormai, credo di aver definitivamente smascherato. Certo che se uno vuol continuare a credere a Babbo Natale…

martedì 7 aprile 2015

La più grande balla mai raccontata

Affrontiamo, adesso, la questione del miracolo del sole che, roteando, sembrò cadere sulla testa della gente. Quel miracolo, ammesso che sia stato reale, dovrebbe conferire veridicità alle apparizioni di Fatima e solo a queste; certamente non alle pseudo-profezie che Lucia ha elaborato nel corso degli anni. E’ sorprendente come la gente confonda le due cose.

Partiamo dal fondo. La conclusione alla quale arriveremo è che probabilmente non c’è stato alcun miracolo; di sicuro, non esiste nessun vero testimone e nessun preavviso, come è stato sempre fatto credere. Se riuscirò a dimostrare questo, avrò anche il diritto di sospettare che ciò che è successo è stato un volgare trucco, la cui unica finalità è stata quella di costruirvi sopra la teoria del miracolo. 
Fornirò più avanti la spiegazione più diffusa del falso miracolo. Vi chiedo solo di sforzarvi di contestualizzare le vostre reazioni, rapportandole all’ambiente che si è creato a Cova da Iria: atteggiamento mistico della gente che si recava nel luogo delle apparizioni, infimo livello culturale della stragrande maggioranza dei presenti, ampia disponibilità alla superstizione ed al sovrannaturale.
Io non voglio spingermi a sostenere categoricamente che si sia trattato di una semplice invenzione; questo lo lascio decidere a voi. Appare però per lo meno sospetto che, contrariamente a quanto comunemente si crede, risultano solo sei testimonianze dirette, su una folla di 70.000 persone: ripeto, sei su settantamila. Diciamo che me ne sia sfuggita qualcuna: arriviamo a 7 o 8 o 10. Un po’ pochine.

Oltre a queste, solo dei “si dice” di altri “si dice”. Probabilmente la cifra di 70.000 persone è enormemente esagerata, ma è comunque vero che le presenze si contavano a decine di migliaia, quel giorno.
Appare peraltro incredibile che il testimone ritenuto in tutti i documenti maggiormente attendibile (il giornalista Angelino Almeida, presente all’evento) racconta che, mentre il sole gli cadeva sulla testa, lui si preoccupava di chiedere il nome al tizio che, vicino a lui, recitava il Credo “dall’inizio alla fine”. Evidentemente, era più interessato “all’intera” recita della preghiera di quel tizio e alla sua identità, che al fenomeno straordinario al quale stava assistendo. Tra l’altro, non so come potesse sentire la recita della preghiera tra le urla della folla terrorizzata da quella che credeva la “fine del mondo”. Bisogna anche dire che questo giornalista, nel suo articolo, si guarda bene dal dare informazioni impegnative di rilievo, a parte quelle sulla consistenza della folla e sulle condizioni meteorologiche. Pur sostenendo di essere stato presente all’evento, si limita ad affermare che la gente “dice di aver visto”. Tanto per essere chiari, il suo articolo è simile a quello di un cronista sportivo presente allo stadio, che racconta della folla, del tempo, dei giocatori sul campo, concludendo poi di aver saputo da altri che una squadra ha vinto sull’altra per due a zero. Se questo è il testimone più attendibile, vi lascio immaginare gli altri.
In effetti, si ha la netta sensazione di uno che, “costretto” per qualche motivo a dare testimonianza, si guarda bene dal compromettere il proprio nome. Eppure, il suo articolo viene citato come inoppugnabile prova del miracolo del sole. Miscela di ingenuità ed ignoranza di altri tempi, e non solo di allora. Ecco uno stralcio della sua “testimonianza”:

Agli occhi stupiti di questa gente, il cui atteggiamento ci riporta ai tempi biblici e che, piena di spavento, con la testa scoperta guarda l'azzurro del cielo, il sole ha come iniziato a vacillare, a fare movimenti bruschi, mai visti sino allora, e al di fuori di tutte le leggi cosmiche - il sole "ha danzato", per usare l'espressione tipica dei contadini…

Eccolo il testimone più osannato dalla leggenda di Fatima! Ripeto ciò che dice: “agli occhi stupiti di questa gente… il sole ha cominciato a vacillare”. Non una parola, né qui e né nel resto del suo articolo, che lo coinvolga direttamente. L’unica testimonianza che fornisce è che altre persone dichiarano di aver visto qualcosa. Si è inventato tutto? No! Lui dice la verità; infatti, sostiene che altri dicono di aver visto; non che LUI stesso ha visto, nonostante fosse presente. Sono stati i fatimologi che, in mancanza di meglio, gli hanno attribuito la più solida testimonianza che esista su questo evento.

Dei restanti cinque testimoni, uno è fortemente sospettato di complicità con i registi di Fatima, e ne faremo l’argomento di uno dei prossimi post. Gli altri quattro sono citati in una dilettantesca relazione del parroco del paese, che sostiene genericamente di averli interrogati. Insomma, altre testimonianze indirette delle quali non esiste alcun verbale.
Nel complesso, sei testimonianze che, oggi, non accetteremmo neanche per farci confermare se piove o se c’è bel tempo. Sei testimonianze fasulle per un miracolo straordinario al quale hanno assistito settantamila persone. Nient’altro, escludendo i tanti “si dice”.

Ad aumentare i sospetti di frode, va ricordata la foto del miracolo di Fatima apparsa sull’Osservatore Romano del 25 novembre 1951, che molti citano come prova inoppugnabile. Peccato che, dopo la pubblicazione, si sia scoperto che quella foto ritraeva un fenomeno solare (parelio) del 1921, che nulla aveva a che vedere con Fatima. Il giornale del Vaticano ci ha provato fino a quando, smentito l’11 marzo 1952 da “Le Monde”, è stato costretto ad ammettere l’errore, cosa che ha fatto il 14 marzo 1952, sostenendo di essere stato vittima di un inganno.
Purtroppo, in molti sanno della “testimonianza” fotografica dell’Osservatore Romano, ma sono molto pochi quelli che sanno della smentita. Chissà quanti sono coloro che fanno finta di non saperlo.

La prossima volta parleremo del preavviso del miracolo che, secondo i fatimologi, sarebbe stato dato dalla Madonna: sì, avete capito bene; un vero e proprio appuntamento, con indicazione del luogo, del giorno e dell’ora!