Tecniche di Nostradamus

domenica 30 novembre 2014

La Fatima anti-biblica

Vi è mai capitato di trovarvi di fronte a un qualcosa di disordinato (un elaborato ricco di correzioni, uno schema confuso, una cantina stracolma, un cassetto pieno di cianfrusaglie, ecc.) e vi siete messi le mani tra i capelli, non sapendo da che parte cominciare per rimettere ordine?
Ebbene, questa è la sensazione che io provo dinnanzi al rompicapo di Fatima. Da qualunque parte lo guardi, trovo qualcosa fuori posto. Ormai abbiamo visto diversi aspetti che rendono poco credibile la storia così com’è e molti altri ne ho in serbo.

Credo, però, che sia giunto il momento di fare una fotografia d’insieme, che solo qualche giorno fa sarebbe apparsa ingiustificata. Vedremo che, se si  dipinge lo scenario “divino” così come è stato presentato a Fatima, non ne viene fuori un ritratto esaltante.
Il problema non è secondario; anzi, è talmente sentito da obbligare padre Luigi Gonzaga da Fonseca, forse il più grande apologeta di Fatima, a replicare[1]:

Il messaggio di Fatima è ortodosso perché respira, in primo luogo, le aure dell’evangelismo più genuino, più sentito ed espresso. E’ strano che si sia potuto scrivere di Fatima che era anti-biblico, quando precisamente S.S. Papa Paolo VI lo ha chiamato “messaggio evangelico di orazione e penitenza”. Rievoca inoltre gli accenti della tradizione cattolica più pura: quella che si aggancia ai dogmi fondamentali che sostengono la vita cristiana.

Che il messaggio di Fatima sia un messaggio di orazione e penitenza mi trova perfettamente d’accordo; lo vado sostenendo sin dall’inizio: cfr. I segreti di Fatima.  L’importante è farlo finire qui.

Per il resto, Gonzaga si dà la zappa sui piedi. Infatti, egli aggiunge che Fatima “rievoca inoltre gli accenti della tradizione cattolica più pura: quella che si aggancia ai dogmi fondamentali che sostengono la vita cristiana”.
Questo non è un punto forte delle apparizioni, ma un punto debole, in quanto ci presenta una Madonna che, confinando rigorosamente il suo messaggio entro i limiti della tradizionale dottrina cattolica, non fornisce alcun elemento di novità. Perfino la descrizione dell’inferno rispecchia le antiche credenze, che lo vedono come luogo di tormenti immerso tra le fiamme fisiche. Questa rigida e superata ortodossia dottrinale è quanto meno sospetta.

Ma il vero passo falso di Gonzaga consiste nell’affermazione che il messaggio di Fatima “respira le aure dell’evangelismo più genuino, più sentito ed espresso”. E’ esattamente il contrario, e Gonzaga non può non saperlo; semplicemente, non può dire diversamente. Proprio l’esasperazione del culto della Madonna, tradizionalmente colonna portante della religiosità portoghese, oscura quasi del tutto lo sfondo cristiano, tradendo una mentalità in un certo senso “deviata”, fortemente legata a quell’epoca e al Portogallo.
La dimostrazione è semplice: basta dipingere lo scenario di Fatima e metterlo a confronto con quello evangelico. Le differenze, come vedremo la prossima volta, sono abissali.

Ricordate quando ho criticato i sostenitori del quarto segreto, rimproverando loro di essere partiti dalla fine, anziché dall’inizio? Mi riferivo al silenzio su tutti questi aspetti che stiamo a poco a poco mettendo a fuoco. Si può anche pensarla diversamente, ma non si può saltare direttamente alle conclusioni, con l’illazione di un segreto apocalittico, ignorando i punti controversi che, già prima di me, decine e decine di studiosi hanno evidenziato, rendendo traballante il fenomeno di Fatima.
A parte le “sparate” fantareligiose, sarebbe bello sapere cosa ne pensano i fatimisti ma, purtroppo, quei pochi che si sono cimentati con le risposte agli aspetti critici si sono persi in deduzioni tautologiche che non spiegano nulla; dire, come l’autorevole padre Gonzaga, che il messaggio di Fatima non è anti-biblico perché è evangelico o perché l’ha detto Paolo VI equivale a dire che piove perché non è bel tempo o perché l’ha detto la TV. Viene il sospetto che manchino le vere risposte.



[1] Le meraviglie di Fatima, XXXII ediz. 2001 (Ediz. S. Paolo)

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