Tecniche di Nostradamus

domenica 22 dicembre 2013

Herbipolis

Dai precedenti post, sappiamo che la quartina X,13 racconta la fuga di alcuni Templari da Parigi, nascosti in carri di fieno.

Le parole dei versi sono abbastanza esplicite, eccetto due: antipolique e herbipolique/helbipolique. “Antipolique” non sfugge a Patrian e a Guérin/Larmor, mentre fa cascare nel tranello Ramotti (che traduce con “antipodi=Saigon”), Pichon (che intende “antipoli[ti]que”) e  tanti altri.
Eppure è semplice: Antipolis è il vecchio nome di Antibes, ridente cittadina della Costa Azzurra.
Altrettanto semplice è il significato della parola “herbipolique/helbipolique”. Il giochino di Nostradamus è evidente: altera la parola per richiamare una particolare attenzione; ormai siamo ben abituati a questo modo di fare.
Ovviamente “herbipolique” dà l’idea di “erba” ed è coerente con il ventre  e con il pasto degli animali ruminanti. Così, è abbastanza naturale che nessuno ci si soffermi. Va’ a pensare che… non so dire se qualcuno l’ha già proposto (a me non risulta)…  mi limito a copiare e incollare la definizione data da Wikipedia:



Sotto la pastura da animali ruminanti,
Da loro condotti al ventre [dentro, all’interno] di Wurzburg,
Soldati nascosti, con le loro rumorose armi,
[quarto verso al prossimo post]

Herbipolis era il nome medioevale e rinascimentale della città tedesca di Wurzburg.
Herbipolique e Antipolique sono perciò gli attributi (lo stesso che “romano”, “parigino”, “londinese”, etc.) di due città, l’una tedesca (Wurzburg: ventre herbipolico) e l’altra francese (Antibes: città antipolica). Non capisco che bisogno ci sia di ricorrere a discutibili contorsioni mentali per risolvere l’enigma, senza scorgere il legame con la ben nota leggenda dei Templari in fuga: due gruppi di carri si dirigono verso due città diverse, nella speranza che almeno un gruppo sfugga alla caccia dei soldati di Filippo il Bello. O, forse, il gruppo per Antibes serve a tirarsi dietro gli inseguitori, facendo passare inosservata la fuga del gruppo diretto a Wurzburg.
In quest’ultimo caso, il quarto verso della quartina X,1 assumerebbe una diversa luce. Non più l’incomprensibile “dannato il resto per essere sostenuto”, bensì “condannato (fa da esca) a sostegno di un altro gruppo”, per dargli modo di mettersi in salvo. Impostata così, la narrazione assumerebbe una chiarezza esemplare.
Aggiungo che gli studiosi sono certi che alcuni Templari abbiano trovato rifugio tra i Cavalieri Teutonici, versione tedesca dell’ordine del Tempio. Siamo quindi in presenza di una generica conferma storica, pur mancando la conferma del dettaglio che Wurzburg sia stata veramente una città di destinazione della fuga.



(segue)

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