Tecniche di Nostradamus

sabato 22 ottobre 2011

Parliamo ancora di codifica

In un recente articolo (Il senso delle profezie di Nostradamus) ho fatto l'elenco degli enigmi dei quali ho fornito la soluzione, totale o parziale, nel mio libro o in questo blog. Lo scopo, come ho già dichiarato, è quello di dimostrare che esiste un codice nascosto che regola la produzione nostradamiana.
Mi è stato fatto osservare che si tratta quasi certamente di coincidenze e che l'unico valido modo di dimostrare l'esistenza di un codice sarebbe di scoprire il "modello" di codifica adottato da Nostradamus. Stranamente, non viene richiesto alcun "modello" all'interpretazione classica, fideisticamente accettata nonostante il suo conclamato fallimento plurisecolare nell'individuare gli eventi storici "previsti".

La critica è comunque stimolante anche se, naturalmente, non pretendo di convincere chi non vuole essere convinto. Già il fatto di etichettare pregiudizialmente come coincidenze alcune risultanze che hanno probabilità infinitesimali di presentarsi casualmente testimonia la riluttanza ad accettare qualsiasi alternativa alla lettura tradizionale delle profezie di Nostradamus.
Vada, peraltro, per una sola di queste "coincidenze"; ma qui siamo in presenza di una serie di "coincidenze" talmente numerosa da sfuggire alle leggi della probabilità statistica per rientrare in quelle della certezza matematica.
Se, poi, queste "coincidenze" portano a un risultato finale (anche se questo lo so solo io), allora personalmente non posso in alcuna maniera prendere in considerazione le osservazioni che mi vengono rivolte, sapendo già che sono infondate.
Posso dire che non esiste un solo "modello" di codifica. Esistono, invece, diversi modelli; un po' come i periodici di enigmistica che propongono cruciverba, rebus, sciarade, ecc.; ciascuno soggiacente a degli schemi specifici.
Il bello è che nulla è lasciato all'estro dell'interprete. Per cominciare, il Presagio di marzo 1555, che ho già definito come vera e propria "stele di Rosetta", fornisce una panoramica dei "trucchi" adottati da Nostradamus e spiegati nel mio libro:

Le cinq, six, quinze, tard & tost l'on seiourne.
Le né sans fin: les citez reuoltées.
L'heraut de paix vint & trois s'en retourne.
L'ouuert cinq serre. nouuelles inuentées.

Il cinque, sei, quindici, tardi o presto si rimane.
Il nato senza fine: le città rivoltate.
L'araldo di pace ritorna ventitrè.
L'aperto cinque chiude. Notizie inventate.

Inoltre, Nostradamus stesso indica sempre le regole che stanno alla base di un enigma. Basta seguire quelle regole e il risultato arriva, a dimostrazione che "il percorso è ragionato" e che la casualità non trova posto. Le regole variano di volta in volta: può trattarsi di un descrizione vera e propria (ad es. la frase "ne se trouvera de long temps Mars en Caresme" inserita nell'epistola a Enrico II) o del ricorso a un "dizionario" (esempi che seguono) o del rimando a fonti esterne (ricordate il riferimento a Plutarco, nell'ambito dell'enigma del migliaio di quartine, descritto nel mio libro?) o di "giochetti" aritmetici (ad es. le cronologie bibliche e quella astrologica dell'epistola a Enrico II). L'aspetto notevole è che quelle regole sono "enunciate" a priori e solo attraverso la loro osservanza si può arrivare a un risultato utile.

Avendo già fornito, soprattutto nel libro, alcuni esempi di codificazione in senso proprio, faccio qui un esempio di "dizionario" ricorrendo all'enigma relativo a "Chiren", nome misterioso unanimemente associato al Monarca Universale mentre, invece, rappresenta un appellativo di Cesare Nostradamus. Non si tratta di codice obiettivamente opponibile agli scettici, ma l'esempio è utile per mostrare uno dei diversi "modelli" adottati da Nostradamus.

Già in questo stesso blog (L'inspiegabile hiraclienne) ho mostrato l'origine italiana di Chiren.

Nel mio libro, presentando la quartina VI,70, sostengo che Chiren vive a Roma. Infatti, il primo verso della quartina recita:

Au chef du monde le grand Chyren sera

Per quasi 500 anni, il verso è sempre stato tradotto come segue, avallando l'idea che Chiren sia un leader mondiale:

A capo del mondo il grande Chiren sarà

La corretta lettura viene fornita dallo stesso Nostradamus. Infatti, nella "Pronostication pour l'an 1553", egli scrive in chiaro: "Rome jadis chef du monde semble etc.."; cioè, "Roma un tempo caput mundi sembra etc…".

Ecco, quindi, che "chef du monde" non significa "leader del mondo", ma "caput mundi: Roma"; la traduzione del verso assume così un significato ben diverso da quello finora attribuitogli:

A Roma, caput mundi, il grande Chiren sarà.

Tra l'altro, questa traduzione si inserisce con coerenza nel processo di identificazione di Chiren/Cesare.

Sappiamo infatti dal mio libro che Chiren e Cesare Nostradamus sono la stessa persona e sappiamo anche che da nessuna parte Nostradamus presenta Cesare come leader mondiale.
Sappiamo da questo blog che Chiren/Cesare è italiano.
Scopriamo dalla quartina VI,70 che Chiren/Cesare vive a Roma.

Esistono molti altri casi nei quali il significato di un'affermazione trova spiegazione da qualche altra parte.

Prendiamo, come ulteriore esempio, la quartina I,51:


Chef d'Aries, Iupiter & Saturne,
Dieu eternel quelles mutations!
Puis par long siecle son maling temps retourne,
Gaule & Itale quelles esmotions!

Capo d'Ariete, Giove e Saturno,
Dio eterno quali mutazioni!
Poi per lungo secolo il suo maligno tempo ritorna,
Francia e Italia quali emozioni!


Interessante notare che la parola Italia della quartina in esame non è scritta alla stessa maniera in alcune edizioni, i cui "errori" sono funzionali alla decifrazione del codice. Essa appare scritta come "Itale", come "Itaille" e come "Italie".

Si è sempre tentato di dare a questa quartina i più improbabili significati astrologici, ricorrendo alle più astruse contorsioni. E, invece, essa si inserisce nel processo di riclassificazione delle quartine, del "mutamento" del loro ordine: "Dio eterno, quali mutazioni!".
Qui l'istruzione è di prendere l'iniziale di "Aries", la lettera "A".
Dov'è il dizionario? Nella lettera a Pio IV inserita nell'Almanacco per il 1562:

"conionctions de Saturne & Iupiter au commencement d'Aries" (stessa configurazione della quartina I,51): "commencement d'Aries", cioè "inizio di Aries" (lettera "A") equivalente a testa (chef=capo) della quartina I,51.

Insomma, questi due brevissimi esempi solo per dire che nulla è lasciato al caso e che le coincidenze non trovano ospitalità. Tutto il processo di decifrazione è guidato passo passo; quando si arriva a un risultato seguendo delle istruzioni, resta davvero poco da obiettare.

sabato 15 ottobre 2011

Contenuto della Legis Cantio

Dopo aver verificato la sua funzione crittografica, passiamo adesso ad esaminare il contenuto della Legis Cantio.
Si ritiene, normalmente, che essa intenda lanciare una maledizione, anche se nessuno capisce contro chi.
Cominciamo col dire che il suo titolo ("Legis cantio contra ineptos criticos - Esecrazione contro critici inetti") la dice lunga: si tratta di un'invettiva contro i critici incapaci e, in questo, la lettura generalmente adottata sembra appropriata. Però, a ben vedere, fino a oggi non esiste un solo critico/interprete delle profezie che sia risultato sufficientemente convincente. Segnalatemene uno a prova di contestazione, se lo conoscete.
Ecco, quindi, che l'esecrazione non è "selettiva" (cioè contro questi o quelli), ma vale per tutti, visto che tutti appaiono "inetti". E allora perché Nostradamus scrive le sue profezie, se poi inveisce contro chiunque le studia e le commenta? Il fatto è che lo stesso titolo è un avvertimento a non cimentarsi con l'interpretazione, perché è perfettamente inutile. Così si torna a bomba alla mia lettura, secondo la quale le profezie non sono fatte per essere interpretate da parte di nessuno, per i motivi descritti nell'articolo precedente.
Quindi, nessuna reale invettiva nel titolo, ma solo un avvertimento generalizzato: "lasciate perdere che è meglio!".

Passiamo ai singoli versi.

Quos legent hosce versus maturè censunto,
Chi legge questi versi vi apporti attenta riflessione,

Ovvio che chiunque legga le quartine vi debba riflettere sopra; che bisogno ha Nostradamus di sottolinearlo? Egli sa bene che chiunque legga le quartine si cimenta con le previsioni, dando per scontata la loro natura, senza riflettere realmente. Ecco, quindi, l'invito alla riflessione su "questi versi": sulle quartine e sulla loro natura, certamente, ma anche sui versi della Legis Cantio e su ciò che vogliono veramente dire.

Profanum vulgus & inscium ne attrectato,
I profani e gli ignoranti non li tocchino,

A prima vista il verso è chiarissimo tant'è vero che, contrariamente al precedente invito alla riflessione, nessuno ci ha mai riflettuto sopra.
"Profano" significa "estraneo alle cose sacre", "non iniziato ai misteri".
Nostradamus, nelle sue epistole, più volte qualifica le sue epistole e i suoi versi come "sacre lettere", ingannando coloro che, nell'espressione, pensano erroneamente che egli si riferisca alla Bibbia. Il profano, per Nostradamus, è colui che non è iniziato alla comprensione dei suoi scritti.
"Inscium" significa "che non sa".
Quindi, il senso del verso è che i non iniziati e coloro che non sanno ciò che stanno facendo dovrebbero guardarsi dal perdere il loro tempo.

Omnesq; Astrologi, Blennis, Barbari procul sunto,
Tutti; astrologi, stolti ed incolti non vi si accostino,

Omnes: cioè tutti; ecco la conferma che, stranamente, viene ignorata dagli "interpreti". Segue qualche specifica: "astrologi, stolti e incolti".

Perché mai gli astrologi dovrebbero stare alla larga, considerato che molte quartine contengono riferimenti astrologici? Perfino la lettera a Enrico II contiene una lunga cronologia astrologica.
C'è solo una spiegazione al "divieto": nonostante l'apparenza, le Centurie non hanno contenuto astrologico, tant'è vero che Nostradamus è stato spesso tacciato di dilettantismo in materia a causa dei suoi errori. Appunto! Errori fatti di proposito, per far capire che l'astrologia è estranea alle Centurie. Le presunte quartine astrologiche sono solo dei depistaggi e gli errori nascondono dei significati precisi.
Il bello è che gli stessi "esperti" che tacciano Nostradamus di dilettantesche capacità astrologiche, studiano a fondo le sue quartine e ne traggono le conclusioni. C'è qualcosa che davvero mi sfugge: o Nostradamus viene ritenuto affidabile oppure no. Ritenerlo inaffidabile e studiarlo è, ad essere generosi, semplicemente contraddittorio.

La stessa cronologia astrologica, contenuta nella lettera a Enrico II, ha un significato assolutamente estraneo all'argomento, del tutto inimmaginabile; la questione è in lista per essere chiarita nel mio secondo libro.

Interessante la parola "Barbari" che significa sia "stranieri" (traduzione che in questo contesto non è appropriata) e sia "incolti".
Ancora una volta l'intero verso significa: "lasciate perdere!".

Qui aliter facit, is ritè, sacer esto.
Chi farà altrimenti sarà maledetto secondo sacro rito.

Ho messo la traduzione normalmente adottata, formalmente corretta. In realtà, il verso non contiene alcuna maledizione in quanto "sacer", oltre che "maledetto", significa anche "sacro".
Perciò, una traduzione alternativa potrebbe essere:
"Sia considerato sacro chi farà diversamente, secondo il rituale". In sostanza, l'iniziato che, penetrando le regole di stesura delle "profezie", farà diversamente da come fanno "Astrologi, stolti e incolti", sia considerato "sacro".

In ogni caso, che si voglia tradurre "sacer" come "maledetto" o come "sacro", la vera sostanza non cambia.
Infatti, a Nostradamus, abituato a giocare con le parole come nessun altro (ricordate "le parole luminose?"), non può essere sfuggito che "sacer" è anagramma di "Cesar", colui al quale egli affida le sue "profezie". Perciò:
"Sia solo Cesare a fare diversamente, rispettando le regole".

sabato 8 ottobre 2011

Il senso delle profezie di Nostradamus

Ho scritto in precedenza che la Legis Cantio, oltre a svolgere una funzione di decifrazione, contiene anche delle indicazioni sul corretto atteggiamento di lettura delle Centurie.
Prima di procedere con questo secondo aspetto, devo aprire una parentesi sul senso di tutto l'argomento affrontato in questo blog. Questa parentesi non è casuale, in quanto si collega strettamente alla Legis Cantio.

Come è noto, non mi sono mai presentato come un interprete di Nostradamus, avendo ripetutamente ribadito che non sono interessato all'aspetto profetico, bensì alla ricerca crittografica. Ne ho parlato, in particolare, nel post che segue:

Interpretazione delle profezie

Sono convinto che ogni tentativo di dare una lettura profetica alle quartine sarebbe destinato al fallimento in quanto in quanto partirebbe dal presupposto, che considero parzialmente falso, che le "profezie" siano veramente delle "profezie".
In realtà, circa metà delle quartine servono a costruire la chiave di decifrazione; viene da sorridere quando si vede lo sforzo degli interpreti che tentano di assegnare ad esse un significato storico.
Dell'altra metà, la maggior parte tramanda la tradizione del Monarca Universale al quale Nostradamus, in quanto iniziato al segreto, fornisce delle istruzioni: a lui e solo a lui. Anche queste sembrano profezie, ma non lo sono.
Una piccola parte delle quartine ha effettivamente natura profetica, ma la ricorrenza degli eventi non è così ravvicinata come si è sempre creduto. Sulla base delle abituali interpretazioni, non sembra passare anno senza che si verifichino almeno un paio di eventi previsti da Nostradamus. Invece, gli eventi previsti sono così sporadici che, quand'anche fossi in grado di predire il prossimo, si potrebbe anche dover attendere un bel po' prima della sua realizzazione.
In ogni caso, la previsione non è possibile perché lo stesso Nostradamus ha organizzato le sue quartine in modo che non siano interpretabili prima dell'evento.

Faccio un esempio specifico ed illuminante. Ricordate la quartina su Luigi XVI? A leggerla ora è chiara, ma come la si sarebbe potuta interpretare a priori?

La quartina IX,20

Le altre quartine non sono diverse: dicono una cosa, ma ne nascondono un'altra con allegorie, anagrammi, trucchi di vario genere. Impossibile capire in anticipo il loro reale significato.
E allora, perché Nostradamus le ha scritte?
Il motivo non è quello di soddisfare la curiosità dei suoi lettori ai quali, come più volte visto, egli non tiene affatto e dai quali, anzi, cerca di farsi considerare un ciarlatano.
Il motivo riguarda "l'utilizzatore finale", il Grande Monarca. Nostradamus pensa che costui prenderà sul serio il suo lavoro e le sue istruzioni in quanto la sua credibilità sarà testimoniata da tutta una serie di eventi GIA' REALIZZATISI (notare il participio PASSATO) e da lui previsti in anticipo. Un modo occulto, da iniziato, per accreditarsi agli occhi di colui per il quale scrive, come afferma esplicitamente all'inizio dell'epistola a Enrico II; non certo un gioco per sollecitare la fantasia della gente o per indurre qualcuno a fare delle previsioni.

Si tratta di una mia teoria non provata? Certo! Ma non mi sembra questione che debba o possa essere provata; non più di quanto sia stata finora provata la natura profetica delle quartine alle quali molti credono con convinzione, nonostante non esista una singola quartina che sia mai stata interpretata "univocamente".

Ciò che potrei provare, invece, è l'esistenza del cosiddetto "codice Nostradamus", celato sotto un insieme di argomenti dall'apparenza profetica.
Potrei provarlo, ripeto, ed è quello che in parte ho fatto nel mio libro e, un po' più genericamente, sto facendo in questo blog.

Nell'uno e nell'altro ho dato risposta, quasi sempre integralmente, alle seguenti questioni.

- anagrammi interni alle quartine per confermarne il contenuto (anagramma giusto al posto giusto);
- Presagio Maggio 1555, equivalente a una vera e propria "stele di Rosetta";
- Presenza di un "manuale delle istruzioni";
- Linguaggio apocalittico con significato diverso da quello apparente;
- Enigma dei 73 anni e 7 mesi;
- Enigma del 14 marzo 1557;
- Numero esatto delle quartine;
- Enigma dei 177 anni;
- Enigma della "parolle ereditarie dans mon estomach intercluse";
- Enigma di Chyren;
- Enigma delle 3 Centurie che completano il migliaio;
- Enigma del 1999 e 7 mesi;
- Enigma dei 7000 anni e dell'anno 2242.
-
Ho dato, altresì, delle prime indicazioni sull'enigma relativo all'ordinamento delle quartine.

Ci sono altri enigmi, non inclusi nell'elenco, dei quali ho rivelato solo degli indizi e, per quanto riguarda la mia personale consapevolezza, ce ne sono altri dei quali, al momento, è prematuro solo il parlarne.

Ora, sono d'accordo se si vuole sostenere che molte questioni siano rimaste oscure; fermo restando che alcune questioni sono oscure anche per me.

Tuttavia, riflettendo senza pregiudizi soltanto sull'elenco sopra proposto, l'esistenza di un testo attentamente codificato è una realtà assolutamente innegabile. A provare la presenza di una codifica, basterebbe semplicemente il gioiellino delle "3 Centurie che completano il migliaio" o quello del "14 marzo 1557". Solo questo dovrebbe indurre ad ammettere che perfino le cose più evidenti sono sempre passate inosservate, se non addirittura confuse con visioni profetiche.

Per secoli gli interpreti sono andati dietro alle "profezie di Nostradamus" sbagliando totalmente il metodo di approccio. Nostradamus lo aveva perfettamente previsto e a costoro ha dedicato la Legis Cantio, il cui esame andiamo a riprendere la prossima volta.

domenica 2 ottobre 2011

Ruolo di cifratura della Legis Cantio

La "Legis Cantio" ricopre due ruoli e nessuno dei due coincide con l'interpretazione corrente che vede in essa una invettiva contro chissà chi. Se così fosse, allora bisognerebbe domandarsi che senso avrebbe l'esistenza stessa delle Centurie, visto che l'invettiva vieta di interpretarle.

La "Legis Cantio", anzitutto, è essa stessa parte integrante della chiave complessiva di decifrazione. In secondo luogo, fornisce delle indicazioni sul corretto atteggiamento di lettura delle Centurie. Tratteremo i due aspetti separatamente, cominciando adesso col primo.
Non posso dare, ovviamente, spiegazioni complete; però posso proporre alcune questioni che rivelano la natura crittografica della quartina. Sono le questioni sulle quali veniamo invitati a riflettere sin dal primo verso: "Chi legge questi versi vi apporti attenta riflessione".

Una prima osservazione riguarda le fasi di pubblicazione delle quartine: 353 nel 1555; 289 nel 1557 e 300 nel 1566, per un totale di 942.
Ebbene, la prima fase è accompagnata dall'epistola a Cesare, che racchiude delle frasi in latino. La terza fase è accompagnata dall'epistola a Enrico II, che racchiude anch'essa delle frasi in latino. E' un caso che anche la seconda fase contenga una quartina in latino? Non viene da riflettere sulla costante "latina" che accompagna ogni fase della pubblicazione?
Non è lo stesso Nostradamus, nell'Epistola a Enrico II, a dire che "sarà la setta Barbara di tutti i Latini grandemente afflitta e scacciata"? Non è forse vero che la quartina V,50 parla di "passaggio Latino aperto"? Nessuno ha mai pensato, finora, che queste espressioni si riferiscono al ruolo che le frasi in latino rivestono nel dissipare l'oscurità (barbarie) delle Centurie, "aprendo il passaggio" alla loro interpretazione. Non mi dilungo oltre su questo aspetto, in quanto la questione è affrontata un po' più compiutamente nel "Vero codice di Nostradamus".
Se è vero che la "Legis Cantio" è una chiave, ed è così, allora è in questa ottica che assume un significato ben preciso l'uso di una lettera o di una parola piuttosto che un'altra nella composizione dei versi, dando una spiegazione plausibile al rimaneggio dei versi originali di Crinito compiuto da Nostradamus.
Un'altra osservazione riguarda la collocazione della "Legis Cantio"; essa divide in due parti le Centurie, riservando alla seconda parte 342 quartine, pari al numero delle lettere che compongono la più lunga delle frasi latine, trascritta di seguito (epistola a Enrico II). E' un caso?

Multa etiam o rex omnium potentissimè praeclara & sanè in brevi ventura sed omnia in hac tua epistola innectere non possumus nec volumus sed ad intelligenda quaedam facta horrida fata pauca libanda sunt quamvis tanta sit in omnes tua amplitudo & humanitas homines déosque pietas ut solus amplissimo & Christianissimo Regis nomine & ad quem summa totius religionis auctoritas deferatur dignus esse videare

La suddivisione delle Centurie in due parti, rispetto alla Legis Cantio, ha anch'essa una funzione precisa, tant'è che viene esplicitamente menzionata da Nostradamus con il riferimento all'anno 1792.

Anno 1792

In pratica, Nostradamus ci dice che, se la Legis Cantio sta al posto 600, è perché solo in quella posizione e non in altra può svolgere la sua funzione.